Trattoria Caprese – Monza

Ci si ritrova così a Monza per il http://www.monzaforanimals.it.
Arriviamo piuttosto in anticipo, decidiamo quindi di farci un giro e cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Arriviamo in zona centro, e decidiamo di entrare in questa trattoria (pizzeria) Caprese.

Il posto è immenso, su due piani, vuoto ma tutto prenotato.
Riusciamo però a strappare una tavolata ma con un tempo massimo per mangiare.
(2 ore, direi più che sufficiente…). Andiamo quindi al piano di sotto.

Si respira aria di Napoli, quella buona, intrisa di profumi di pizza, di cucina verace, di suoni e di accenti partenopei. L’oro di Napoli eccolo qua.

Si ordina quindi la pizza, ognuno una pizza diversa per poi assaggiarcela a vicenda.

Bufala
Tibero > mozzarella, fiori di zucca e ricotta
Carciofina > crema di carciofi, provola, prosciutto crudo
4 Formaggi

Buonissime. Pasta bella alta, morbidosa, di quelle che la crosta mica la lasci nel piatto..

L’unico (vero) napoletano del gruppo ha preso un primo, spaghetti ai frutti di mare, ottimo, molto saporito, aglioso al punto giusto. Con tanto di scarpetta.

 

Passiamo direttamente agli amari: meloncello per tutti. Buono, ma non ottimo (purtoppo).
Prezzo accesibilissimo. Onesto.

Saliamo per uscire, e non c’è una sedia libera, è tutto pieno.
Ragazzi, famiglie, adulti, anziani, clientela vastissima.
Ovvio, si mangia bene. 😉

Trattoria Caprese
Piazza Roma, 10 – tel 039 322947
http://www.trattoriacaprese.it –  monza@trattoriacaprese.it

ORARI APERTURA:
SERVIZIO DALLE 12.00 ALLE 15:30 E DALLE 19:00 ALLE 00:30 (Chiusura ore 02:00)
APERTO 7 GIORNI SU 7

 

 

San Gennaro – Milano

E così ti ritrovi a bazzicare via Savona Tortona per una mostra di un’amica.
(massì dai facciamo un po’ di publicità http://urbangallerymilano.blogspot.it/)

Ma dopo tanta coltura non so a voi, ma a me si apre una voragine nello stomaco.
Con un gruppetto di amiche facciamo quindi 2 passi in zona Savona/Tortona ( polo creativo ed artigianale di riferimento per stilisti, architetti, designer milanesi) e decidiamo di entrare in questa trattoria/pizzera.

Bene, eravamo a casa di mia nonna: le parole “casereccio” e “familiare” sono riduttive.
L’accoglienza e l’arredamento sono per l’appunto tipici della miglior casa della nonna.
La gestione è ovviamente familiare, con tanto di baby prole che gattona in giro!

Sembra anche quasi di essere in uno di quei ristoranti di montagna molto intimi e semplici, dove però sai che mangerai benissimo.

Guardando il menù scopriamo che il giovedì c’è il giro pizza. E sia.
Diciamo che è un giro pizza rivisitato; ci viene chiesto se abbiamo delle preferenze e ce ne portano 5 una dietro l’altra da dividere:
– semplice margherita (ottima)
– Friarielli e salsiccia (gustosissima anche se sembravano quasi più spinaci)
– Gorgonzola e funghi (molto saporita e delicata, anche se può sembrare impossibile…!)
– Verdure grigliate (verdure tagliate e grigliate al momento, molto buona)
– Salame piccante (piccantissimaaaa. ma premetto che io non mangio piccante)

Il fatto di avercele portate tutte in una volta ha fatto sì che aspettassimo un po’ di tempo, al limite da assalto alle gambe del tavolo, ma ne è valsa la pena: cottura perfetta, non troppo sottile e non troppo alta. Non si lasciano neanche le croste.

Noi eravamo davvero sazie, ma erano già pronti a infornare altre pizze se lo avessimo desiderato.

Passiamo direttamente agli amari. Essendo trattoria napoletana le vere chicche sono i liquori cremosi, quindi Nocino, Limoncello, Crema alla liquirizia e al melone.
Essendo amante dei colori faccio il bis della crema arancionissima al melone. Buonissima.

Alla cassa un onestissimo 10 euro a testa “scontrinato” e giro di amari offerto.
Salutiamo il nonno, la figlia, il cognato e i nipotini. Ciao famiglia

Pizzera San Gennaro
Via Savona, 73 – 20144 Milano
Tel 02 48950694 – CHIUSO LUNEDI

Capitan Bagati – Bellaria Igea Marina (Rimini)

Quando si va al mare la prima cosa che viene in mente è mangiare il pesce.
E dove si può mangiare del buon pesce se non in zona porto?!

Ci rechiamo quindi al canale, che divide Bellaria da Igea Marina.
Dalla parte di Igea si trova appunto questo ristorantino.

Entriamo ed è molto caratteristico, caldo e accogliente, con vista sulle imbarcazioni ormeggiate.
C’è molta gente, soprattutto del posto.
C’è addirittura una tavolata di 30 persone, ciclisti e bagnini, quindi divertimento assicurato.

Si può mangiare di tutto, dalla carne, al pesce, alla pizza (non però a pranzo, o comunque quando ci sono stata il forno era spento, ma ci hanno portato delle piadine belle calde per iniziare a stuzzicare).

Noi ci lanciamo ovviamente sul pesce.

Eravamo in 3 e abbiamo diviso tutto quello che abbiamo ordinato.
Partiamo con un antipasto gratinato misto, fantastico, porzioni più che abbondanti,
e un primo, strozzapreti calamari e radicchio, buonissimo, cottura perfetta e un sacco di condimento.

1 3

Ordiniamo anche 1 menù:
(premetto subito che il menù è per 1 persona, e l’abbiamo mangiato in 3. Le porzioni sono stra-abbondanti, mi chiedo come una persona sola possa mangiare tutta questa roba..)

– 2 antipasti
(1 caldo, una zuppa di pesce con crostini, delicatissimo e saporitissimo, e uno freddo, insalata di mare freschissima, salmone, polipo, tutto buonissimo e delicato)

2

– 2 primi
(gnocchi zafferano gamberetti e zucchine e risotto rosso ai frutti di mare)
– Sorbetto
(ne hanno portati 3, ma i romagnoli si sa, si sanno far amare)
– Grigliata di pesce
(saporitissima, buonissima, tutto issima, oltre che porzioni davvero abbondanti)
– patatine fritte (o insalata, a scelta)
– Dolce
(abbiamo – HO – optato per un crem caramel. Ci ha portato una mattonella, dato che eravamo in 3.. ma quanto li amo.)
– Caffè

Il tutto con un vino bianco fermo, molto fermo, tanto che girava tutto.

Mangiato ottimamente, belli sazi e soddisfatti.
Se non fosse che la temperatura fuori era sui 5° era da andare direttamente all’ombrellone e spiaggiarsi.

Prezzo più che ottimo, neanche 30 euro a testa. Simpatia compresa.

Capitan Bagati
Viale Alfonso Pinzon, 10 – 47814 Bellaria (Rimini) – 0541 340034
http://www.capitanbagati.it

Ristorante da Massi – Roma

“Perdersi a Trastevere è la cosa migliore da fare quando si è a Roma.
Ci sono un sacco di locali e ristorantini carini.
Anche se alcuni sembrano per lo più turistici, hanno comunque tutti l’aria di essere caratteristici e soprattutto buoni.

Noi ci dirigiamo a caso.
Entriamo quindi dentro questa locanda molto accogliente.

Colpisce subito la freschezza dei prodotti.
Alcuni sono esposti, il carrello dei dolci è magnetico, la pasta è fatta in casa.

Partiamo quindi con delle pietanze diverse per poter assaggiare di tutto:

Tonnarelli cacio & pepe: una sorta di tagliolini ma un po’ più grossi, cottura al dente perfetta, letto (matrimoniale) di cacio e spolverata abbondante di pepe. Fantastici, da bis.

Fettuccine alla matriciana: condimento a mille, pezzi importanti di guanciale. Molto molto saporito per non dire piccante, ma ce tocca e ò magnàmo. Gustosa è il termine più adatto.

Tra il primo e il secondo veniamo intrattenuti da un piccolo spettacolino caratteristico, con dei tipici stornelli romani. Forse un po’ turistico, ma neanche più di tanto, dato che il ristorante è pieno di gente del posto che accompagna la giovane cantante romana. Si forma un po’ una parentesi caciarona, ma con eleganza.

Passiamo quindi a secondi piatti molto diversi:

Saltimbocca alla romana (vitella) con verdure: piatto molto abbondante, e dopo i primi altrettanto abbondanti è davvero dura, ma non risulta pesante e lo finiamo in tempo zero. La carne e il prosciutto si sciolgono in bocca. Saporiti.

Calamari alla piastra con insalata: fantastici. Cottura ideale, morbidi e consistenti allo stesso tempo. Condimento perfetto. Si sente proprio il sapore e il gusto del pesce, freschissimo.

Il tutto con contorno di patate al forno da manuale della nonna, e spinaci con formaggio, molto delicati.

Davvero dura l’impresa sulla scelta del dolce, anche perchè è un esplosione di cioccolato, ma anche noi stiamo per esplodere, quindi ci lanciamo sui liquori.
Ci consigliano un passito; ottima scelta è buonissimo e molto corposo, rinfresca il palato ma lasciando una sensazione morbida e dolce. Prendiamo anche un’acquavite, fortissima, ma molto buona per chi se ne intende (non io..).
Il tutto ce lo gustiamo con dei dolcetti alle mandorle. Finale perfetto.

Conto giusto, buon rapporto qualità prezzo.
La gestione è familiare, ed è molto piacevole fermarsi a intrattenersi con i titolari padre/figlio.
Ci consigliano di tornare per provare il fritto, che è una bomba.
Non mancheremo.” P.

Ristorante da Massi
Via Della Scala 34 – 00153 Roma – tel: 06 58.33.38.68 – 3923865222
http://www.ristorantedamassi.com

La Conchiglia – Legnano

Questo ristorante l’ho conosciuto un po’ di tempo fa, ma ci torno spesso, soprattutto per quei pranzi con la famigghia.

Comodissimo da raggiungere, autostrada dei laghi, uscire Castellanza, destra poi sinistra e siete arrivati (bhè insomma cercatevela meglio su viamichelin che è meglio..)

Posto molto grande, pieno di coppe, gagliardetti, qualsiasi maglia di qualsiasi squadra (calcio, volley, rugby), tutte autografate.
Ci sono un sacco di camerieri, quindi l’attesa è pari a zero.

Piatto forte è il pesce, ma anche la carne e il menù non sono da meno.
Porzioni molto abbondanti, quindi l’idea di fare primo+secondo+dolce è un impresa.
E io l’ho impresa..

Parto con un primo gnocchetti gamberetti & asparagi.
Esplosione di colore. E di gusto. Giusto rapporto gnocchi e condimento.
Obbligatorio mangiarli con la combinazione: 3 pz di gnocchi, 1pz si gamberetto e variabile da 2 a 4 pz di asparagi.

Scivolo verso il secondo. Sempre pesce, fritto misto, accompagnato dalle amate patatine fritte.
Ottimo. Croccante e saporito. E soprattutto non unto.

Il tutto accompagnato da un vino bianco. Un po’ troppo freddo e “troppo leggero” per i miei gusti.

Ed ecco il dolce. La chicca è il tiramisù. Morbidissimo da sembrare quasi una mousse.
Consigliabile prenotarlo appena arrivate, soprattutto la sera.
Doppia stella anche per i cannoli siciliani. Buonissimi e strapieni!
Limoncello e simili come sempre offerti.

Prezzo più che onesto.

RISTORANTE PIZZERIA LA CONCHIGLIA
V. BATTISTI 52 – LEGNANO (MI)
http://www.ristlaconchiglia.com

in Veranda (ex Pavillon) – Milano

“Se vi fate una passeggiata per Brera potete sconfinare direzione Moscova e andare qui!

Già dal nome capite dove state entrando. In una veranda appunto.
Tavoli in legno, tovagliette a quadrettoni, tutto semplice e ordinato, ma caratteristico.

Personale molto carino e simpatico (quasi comico) e molto attento.
Specie nell’ora di pranzo dove il tempo si sa, è contato.. Quindi tempi di attesa zero.

Il menù è per lo più stile lombardo/milanese, ma potete davvero mangiare di tutto.
Noi ci siamo lanciate sullo gnocco fritto (tipicamente lombardo direi…), che però è una rivisitazione del vero gnocco. Infatti è piccolino e “pieno”.
Quindi prendiamo tagliere di salumi e tagliere di formaggi. Da scoppiare.
Da saziarsi ma senza essere “pieni”.
Non ci sono assaggi “contati” o 2 fette di prosciutto a testa… e ci sono almeno 6 diversi tipi di formaggi. Mancavano a mio avviso le classiche marmellatine, miele & co.

Un sorbetto al limone (non eccezionale) per rinfrescarsi.

Prezzi un po’ altini, ma ne vale la pena per la quantità.

Quando pagate e uscite, vi ricorderete (purtroppo) di essere in una metropoli caotica.” P.

In Veranda – via Statuto 16 Milano – tel 02.6552219

Filù – Verona

Se andate a Verona per una sera potreste anche non fare i turisti e andare in un posto da Veronesi doc.
Leggermente spostato dal centro ma facilmente raggiungibile.

Ampissimo parcheggio per un ristorante labirinto. È immenso, sala dentro, sala fuori, veranda, bar, lounge-bar.

Ogni “ambientazione” ha il suo stile di arredamento. Tutto è colorato, ma in maniera soft, rendendo il tutto molto rilassante, ma non da effetto micalalapalpebra. I complementi di arredo sono molto ricercati, specie le illuminazioni.

Assolutamente consigliata la prenotazione. Ha quasi 400 coperti, ma è molto conosciuto.
Noi ovviamente non abbiamo prenotato.. Ma dopo un’onestissima mezz’ora siamo entrati.

Qui si può mangiare di tutto. Pizzeria, ristorante, carne, pesce.
È presente anche un menù biologico / integrale / alternativo.
Quindi scelta a 360°.
Iniziamo con un antipasto di capesante gratinate con pistacchi e pinoli.
A me solitamente non piacciono, ma devo dire che con il diversivo della guarnizione ho apprezzato molto.
Abbiamo optato poi per:
  • Bigoli al ragù bianco di coniglio – Molto particolare, a mio parere per palati raffinati. Penso ci siano stati tipo 3 conigli nel piatto.
  • Maccheroncini con speck, zucchine e philadelphia – Sembrerebbe un piatto impegnativo, e in effetti era molto saporito, ma a piatto pulito non sarete per niente appesantiti.
  • Tagliata di manzo al sale grosso e verdure grigliate – Letto di verdure con adagiato una carne saporitissima e tenerissima. Il sale grosso in realtà era modello “carta velina”. Quindi senza la sorpresa del sassolino da rottura di dente.
  • Treccia di branzino con sformatino di zucchine – Delicatissima, oltre alla presentazione fantastica del piatto. Il branzino davvero intrecciato, quasi dorato, con un tortino di zucchine da tavolozza di tendenza color verde.

Ovviamente il dolce non poteva mancare, e abbiamo optato per una meringata.
Forse è meglio chiamarla Maximeringata. Mangiarla da sola è da supereroi.
Porzione enorme, buonissima, ma meno male che l’abbiamo divisa in 2.

Ci rinfreschiamo con un cremoso sorbetto al caffè. Amari offerti.

Molta qualità, poco prezzo. Spesa sui 20 / 25 euro.
Forse è meglio non fare sempre i turisti. E iniziare a capire perchè a Verona “stanno bene”…! P.

Filù
Via Legnago, 133 – 37134 Verona (VR) – Telefono: 045 584749 – www.pizzeriafilu.com

Tigella’s – Milano

Un tranquillo lunedì sera, dopo il week end da bollino rosso da rientro vacanze, quindi essere umani in giro zero, ci porta a saziare le nostri fauci in questo delizioso e familiare posticino (solitamente è strapieno, quindi d’obbligo la prenotazione).

Specialità tigelle e gnocco fritto. Partiamo quindi senza grandi dubbi con 4 menù misti…
Gnocco fritto a volontà.
Tigelle normali e al farro (esistono anche  menù per i celiachi e i vegetariani).
Verdure grigliate con mozzarelline, cipolle e formaggi.
Tagliere XXL di salame, coppa, crudo, pancetta.
Per non farvi mancare niente, serviti in coppettine di gelato con tanto di cucchiaino, invadono il tavolo lardo, gorgonzola, salsa piccante, crescenza, maionese all’aglio, salsa rosa, marmellata di fichi e l’amata nutella.
Non c’è più spazio sul tavolo, anzi un posticino ancora c’è.. per il grana. Da mettere ovunque.

Tutto è pronto per sbizzarrirvi a vari abbinamenti. Il top è gnocco fritto + lardo + grana.
Sembra di essere un po’ tornati alle elementari nell’ora di educazione artistica, dove taglia, prendi, riempi, inserisci, spalma, chiudi e…. magna!
Potete tranquillamente fare a meno delle posate..

Chicca finale il dolce.
Importante: fatevi spiegare i dolci dal “nonnino”.
Sembra il gatto Rufus di Bianca e Bernie.
Vi fa venire l’acquolina solo a sentirlo elencare dolcemente i dolci.
Specialità torta alla nutella. Da leccarsi i baffi.

Spesa sotto i 20 euro.

Viale Corsica 38 – MILANO (MI) – 02 39543224
http://www.tigellasmilano.it – prenota@tigellas.it

Trattoria da Renzi – Santarcangelo di Romagna

“Tappa obbligatoria quando si va in Romagna è da Renzi.

Si trova nell’entroterra romagnolo, dietro Sant’Arcangelo di Romagna (che consiglio di visitarlo, è un gioiellino)

Se andate la sera, per cena, potrete farvi un antipasto ottico tra le campagne, con contorno di tramonto. rilassantissimo. Arriverete quindi affamati anche della vera Romagna. Bene, siete nel posto giusto.

Il posto è un semplice casolare, poche pretese, tovaglie di carta, arredamento minimo. Sembra quasi una coperativa, ed è questo il suo bello. Rende il tutto ancora di più “alla buona”.

Scordatevi i turisti, qui c’è solo gente del posto. E proprio perchè ognuno conosce la propria casa, è sempre pienissimo, vi conviene prenotare, o aspettate. La cucina chiude tardi.

Camerieri sempre di corsa, ma anche se fate ordinazioni al volo vi sentono e  non vi fanno mancare niente.

Il menù è sempre il solito. Sì ci sono altri piatti su richiesta (pochi), ma fidatevi. Scegliete il menù!

Si parte con affettati misti e piada.
Piada fatta in casa, l’originale, quella alta. (io sono una sostenitrice della piada alta, quella bassa lasciamola da Rimini in giù)
Salame e crudo tagliato al momento. “Tagliato”, non affettato. Scordatevi il prosciutto fine fine del vostro salumiere. Ma niente problema.. si scioglie in bocca. E non provate a togliere il grasso. D’altronde è maiale, e non si butta via niente.

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Il primo è da oscar, tagliatelle al ragù. 4 stelle.
Fatte in casa, saporitissime, ragù strepitoso, brillano. Creano dipendenza, ma non è un problema, le porzioni sono già pensate  per il bis. (non vi arrivano dei piatti, ma dei vassoi, dove ci si serve da soli, modello albergo anni ’80).

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I secondi variano dal pollo alla cacciatora (solo su prenotazione), al coniglio, galletto al tegame, piccione e la classica grigliata. Contorno patate fritte e radicchio fresco con cipolle. Porzioni sempre stra-abbondanti.

Vino della casa a volonta. Discreto, non ottimo.

Dolce tipico della zona la ciambella.
Caffè e amari.

Spesa giusta, si aggira sui 30 euro se siete degli eroi e riuscite a fare il pasto completo.” P.

Trattoria da Renzi
Via canonica, 2122 – 47822 Poggio Berni, Santarcangelo di romagna (RN)
tel: 0541.627197

Osteria dei due carrettieri – Bellaria Igea Marina (Rimini)

“A pochi metri dal mare si trova questa taverna, sembra quasi una nave di pescatori ormeggiata per sbaglio in strada.

Ci imbarchiamo e salpiamo verso la nostra cena.

Decidiamo di mangiare all’aperto, anche se l’interno del ristorante, stile rustico è molto accogliente.

La gestione è nuova, i camerieri sono molto giovani, carini e attenti.
Veniamo subito accolte con un aperitivo della casa, succose bruschette e vino bianco freschissimo. E già abbiamo capito che non rimarremo deluse.

Ci lanciamo su tre primi differenti:
Chitarrina allo scoglio. divini. potremmo dire che li hanno appena pescati dal retro. il piatto luccica.
Strozzapreti  speck noci radicchio. saporitissimo ma non pesante. giusto equilibrio tra la pasta e il condimento.
Straccetti asparagi salsiccia e zafferano. sublimi. sembrano una tavolozza colore. gustosi anche per gli occhi.

Le porzioni sono davvero abbondanti. Un primo può essere tranqullamente la vostra cena.

Il vino fa anche lui da contorno, ottimo, della casa, servito in brocche caratteristiche, rustiche.

Per il dessert ci lanciamo in un soffice e leggero sorbetto al caffè.

Lasciamo l’imbarcazione per niente appesantite. e anche le nostre tasche ringraziano. 15 euro è un prezzo onestissimo. gita in barca compresa.” P.

Osteria dei due carrettieri
Viale Panzini, 177/A – Bellaria Igea Marini (Rimini)
http://www.losteriadeiduecarrettieri.it

Il Giappo vero della Sushiteca – Milano

“Agli occhi di noi occidentali cinesi, giapponesi, coreani, vietnamiti sono tutti uguali. Cioè non riusciamo proprio a cogliere le differenze. Da cosa li distingui? Dalla percentuale di apertura dell’occhio?…dal grado di liscio e lucentezza del capello? Mmmm…no, non siamo mica esperti come Yuko Yamashita. Su questa nostra impasse i ristoranti cinesi ci hanno costruito la loro fortuna negli utlimi anni. Capito che era ormai esploso il trend del giapponese ci si sono buttati a pesce. Forti dell’occhio mandorlato a far da copertura, hanno cominciato a convertire i loro ristoranti in giapponesi e progressivamente Milano s’è ritrovata punteggiata di Sushi bar manco fosse Osaka. Alcuni  addirittura hanno osato ancora di più, facendo la combo devastante che si può leggere su alcune insegne: “Ristorante cinese-giapponese-pizzeria”. Ma vi sembra?!? Ora, amico cinesino, potrai pure spacciarti per il tuo cugino from Japan  (che poi non mi risulta che vi amiate molto voi due), ma adesso pretendere anche di passare per “Ciro: il mago della pizza ca’pummarola ‘ncoppa”…NO!!!! Siamo italiani, gente avvezza alle truffe, non ci fai scemi. Capito?!? In realtà però il furbetto giallo ci frega lo stesso. Perché, pur di pagare una barca di sushi 20 euro o peggio, di abbuffarci di riso, pesce e tempura con formula All you can eat a 18 euro, alla fine, più o meno consapevoli dell’inganno, nel suo Sushi Bar tarocco ci finiamo lo stesso. E, ancora peggio, ci convinciamo che il cibo giapponese sia veramente quella roba lì: riso di gomma, pesce elastico come una Big Babol, alghe che al confronto i copertoni Pirelli si sciolgono in bocca, the verde che pare l’acqua colata dalla caldaia e tempura che viene fritto nel Paraflu. Slurp.

Se per una volta non volete favoreggiare la contraffazione del giapponese DOC e, soprattutto, volete scoprire che sapore hanno un pesce crudo vero, un alga nori vera, una tempura con un’impanatura fatta come dio comanda, che non tormenterà le ore a venire riproponendosi con geyser di succhi gastrici, affidatevi agli originali! Non è facile scovarli per le già citate problematiche (a meno che non siate cultori in materia e abbiate già la lista d’oro dei sushi-per-davvero), ma esistono. E uno di questi è la Sushiteca (O-ma-ca-sé) di via San Fermo della battaglia, zona Moscova. Il locale non si distingue per stile, l’ambiente è molto semplice e minimale, scaldato appena da carte di riso e lampade colorate. Però è come t’immagini sia veramente un tipico ristorante giapponese, che non deve fare sfoggio di giardini zen, ruscelletti con il bambù basculante e laghetti con carpe per farti credere che è giapponese per davvero. E quando vedi che pure buona parte della clientela è nipponica ti convinci definitivamente di essere capitato nel posto giusto.

Accanto ai soliti piatti omologati (sushi, sashimi, cirashi, maki, nighiri…etc…etc) che comunque vi consiglio di provare per gustarne la superiorità rispetto a quelli mangiati altrove e anche per apprezzarne la presentazione coreografica, troverete tante altre specialità meno ovvie ma altrettanto gustose. Una volta mi sono buttata su una zuppa di nervetti per fare la temeraria e destare contrarietà e ribrezzo tra i miei amici, e invece  ho scoperto un piatto prelibato che ha scalzato zuppa di miso ed edamame dai miei must. Vi consiglio il mix di antipasti: vi porteranno un piattone con un’elegante parata di assaggini. Impossibile però dirvi di che cosa, ogni giorno cambiano in base a come gira allo chef. Altra bontà il “grattacielo maki” con gambero fritto e anguilla marinata. Le paste (soba e udon) fatte in casa sono da provare, in tutti gli altri giappi, veri o finti che siano, non le mangerete così buone. Se avete voglia della classica accoppiata riso/pesce crudo ma non in forma di sushi o maki, ordinate il Bara Cirashi. Bello alla vista con tutti quei colori e molto gustoso con l’aggiunta di verdure fresche e croccanti.

Fin qui avete sperimentato, continuate a farlo con i dolci. I semifreddi Bindi sono banditi dalla Sushiteca. Che sollievo non vedersi arrivare la lista dei dolci illustrata con le foto di tiramisù rinsecchiti, tartufi maffi, coppa del bis-bisnonno e mezzi limoni ripieni di sorbetto al limone, mezzi ananas ripieni di sorbetto all’ananas, mezzi cocchi ripieni di…abbiamo capito. Gelato al the verde e tiramisù di fagioli azuki i nostri preferiti. Quando faccio finta di essere a dieta prendo il sorbetto alla prugna e ogni volta mi chiedo quale miracolo zen riesca a rendere un bicchierino di ghiaccio tritato così buono!  Se devo muovere una critica non c’è una lista lunghissima, forse perché i giapponesi non amano molto il dolce e non ne vogliono esplorare più di tanto i piaceri. Non che a me la cosa interessi, visto che sono sempre a dieta (???)…però, dai, vuoi che mischiando il latte di soia, il the verde, il sesamo e la farina di riso non si possano trovare altre 4 o 5 ricette? Na cheesecake di soia, no?

Preparatevi subito a sganciare un po’ di più rispetto ai cino-giappi dove per 2 euro v’ingozzano come anatre da fois gras. Qua la migliore qualità degli ingredienti e l’estro di veri chef giapponesi si pagano ma, facendo un rapporto qualità/prezzo, nemmeno così tanto. Se avete voglia di degustare un po’ potete affidarvi a uno dei vari menu fissi. Il menu C (mi sembra) ad esempio: antipasti misti (7 assaggi) + sushi misto da 10 pezzi + assaggio di pasta giapponese (soba o udon fatte in casa) + dolce, 35 euro. Uscirete felici di averglieli lasciati!” L.

SUSHITECA _ Via San Fermo della battaglia, 1 _ 20121 MILANO _ Tel. 02 36517020

http://www.sushiteca.com/

La Favorita – Villò di Vigolzone (Piacenza)

“Sabato sera dopo una giornata di caldo da strapparsi la pelle ci siamo diretti verso Frittole..

Località precisa: Bicchignano, provincia: Piacenza, regione: Emilia. (e già mi aumenta la salivazione)

Per raggiungere questo posto ci vuole un po’ di tempo, ci sono limiti di velocità e  dimenticatevi le superstrade. Di certo si può godere del bel paesaggio, campi di grano, distese di girasoli, cascine.. insomma un ritorno alle origini.

La lunga attesa fino all’arrivo fa sì che potreste mangiarvi il braccio di chi vi sta accanto, ma non cedete. Resistete. Vi aspetta qualcosa di sublime.

Il posto sembra un piccolo borgo, tutto in pietra, racchiuso in un paesino sul cucuzzolo di una collina. Piante e fiori curati dappertutto.

La sala è molto grande, capiente. Adatto per le grandi tavolate. Tipo la nostra.

Quando ormai la salivazione è al massimo e assomigliate quasi ad un Rottweiler arrivano gli antipasti. Salumi della zona, coppa, salame, pancetta, accompagnati da gnocco fritto, focaccia e pane. Tutto di loro produzione.

La vera goduria è il lardo. Si scioglie in bocca. Meglio del miglior bacio dato dal miglior baciatore di baci. Forse un po’ troppo salato (come direbbe Pupo), ma la sete la potete calmare con il vino. Della casa ovvio. Rosso fruttato, a volontà. Non contenti abbiamo assaggiato anche il bianco. Fruttato. (e traditore come tutti i bianchi buoni).

Barcollando da seduti arriviamo ai primi. Tris di primi. Tortelli ricotta e spinaci (un signor ripieno, esplodevano…), tagliatelle con i funghi (molto saporite, cottura da far cantare la pasta e le papille) e Pisarei e fasò (ricetta semplicissima ma per essere buona dev’essere fatta bene, e questo piatto poteva menarsela alla grande). D’altronde siamo in Emilia, hanno giocato e vinto in casa. 3 piatti molto diversi tra loro ma il palato ringrazia.

Le porzioni sono davvero abbondanti e i camerieri non ti fanno mancare il bis e il bis del bis, quindi pensare al secondo era davvero impegnativo anche solo a livello mentale…

Ovviamente io lascio sempre una piccola voragine per il dolce e posso permettermi di dire di avere esagerato.. Arrivano dei piatti con vari assaggi di torte, pasticcini, bicchierini di gelato e… la mattonella di torroncino, servita al momento con colata di cioccolata. E quando dico mattonella immaginatevi le dimensioni di una mattonella..

Si finisce il tutto con caffè e amari. I classici Limoncello, Montenegro & co e amari di loro produzione. Sempre tutto fruttato. E dimenticatevi il bicchierino XS degli amari, qui si viaggia con i bicchieri dell’acqua.

Un attimo di panico all’arrivo del conto, ma si sa.. gli emiliani si sanno far amare. 24 euro. Forse sono stata davvero a Frittole…” P.

La Favorita
Loc. Bicchignano – Villò di Vigolzone (Piacenza)
http://www.agriturismolafavorita.it

Mamma Oliva – Milano

“Ogni tanto mi piace andare nella Milano “dabbene”, nello specifico zona Vincenzo Monti: passeggiare tra i viali, guardare le boutique e i negozietti storici. Guardare nelle finestre e ripetermi che i soldi non fanno la felicità, non fanno la felicità, non fanno la felicità, non fanno la felicità. Cazzata..
Di certo mangiare fa la felicità: entro quindi da Mamma Oliva.

L’ambiente è molto carino, arredato con gusto, luce soffusa, molto spazio tra un tavolo e l’altro.
La lista dei menù e tutta la comunicazione è molto ricercata, creando un tutt’uno con l’arredamento. Tutto è studiato nei minimi dettagli a livello di immagine. Il colore predominante è il verde. Verde oliva. Curiosi i bicchieri fatti con il fondo delle bottiglie, attaccapanni di bottiglie, quadri di bottiglie. Verde bottiglia.

Si mangia di tutto: pesce, carne, zuppe, insalate, pizza e ci sono anche dei piatti vegetariani. Pezzo forte sono l’olio e i suoi derivati, quindi pesti, sottoli, sottaceti ecc.
Chi ha preso il primo ai frutti di mare e chi millefoglie vegetariana. Io mi sono lanciata su una semplice insalata, ma di semplice aveva ben poco: rucola, 2 tipi di formaggi, olive nere e verdi, salmone affumicato, mela. Ci accumunava il luccicare delle portate, ovviamente l’olio è il protagonista assoluto. Le portate sono un po’ mignon per la vista ma non per lo stomaco.

Obligo assoluto la combinazione olio&pane: scarpetta, bruschetta, puccino, quello che volete, ma do it!

Per i dolci anche qui c’è la nuova moda di portarti una preview al tavolo. Sembrano di plastica. E quasi sanno anche di plastica. Bocciati. Meglio la frutta.

Unica nota il servizio: il personale non è molto cordiale, sembra quasi scocciato.
E sempre distratti nel dimenticarsi lo scontrino. Ricordateglielo voi.” P.

La mia oserei dire “mal capitata” avventura da mamma oliva di via battistotti sassi ha inizio nel momento in cui sono uscita per mangiare dell’ottimo jappo al ristorante Kandoo di viale corsica 38…per poi scoprire che AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH anche loro riposano…nn ci sono più gli orientali stacanovisti di una volta..loro avrebbero tenuto il ristorante aperto 26 ore su 24 367 giorni l’anno…comunque…non essendo mai andata in questa catena…premettendo che io non sono una fan delle catene di ristoranti…decido di provare…MALEDETTA ME che nn do retta alla mia panza…

Tempo di attesa per un primo e per un piatto di pesce super salato un’ora e 10 minuti….il tutto in un tavolo senza nemmeno la somiglianza di una bottiglia d’olio…e alla domanda: “scusa mi puoi portare del pane” la risposta a dir poco scioccante è stata… “l’abbiamo finito”…che cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa???? di lunedi in un ristorante/pizzeria semi vuoto tu…non hai più pane??????

A nessuno dei geni è venuto in mente che la pasta della pizza può essere usata x fare delle focaccine per tamponare alla mancanza di pane???

NEMMENO RIMANDATA A SETTEMBRE…BOCCIATA MAMMA ZIA CUGINA E FRATELLO!!!! D.

Mamma Oliva 2
Via vincenzo monti, 33 20123 – Milano (MI) – 0287381872
http://www.mammaoliva.com/

Pavè – Milano

“Oggi in pausa pranzo sono andata a Parigi, o forse nella Bologna anni’90, ma anche a casa di mia nonna in campagna. Contemporaneamente ovvio.. in pratica sono andata al Pavè. Zona Buenos Aires, ma non quella più caotica e maggiormente frequentata, ma quella più interna, quella più nascosta e interessante.

Non so neanche come descriverlo.. non è un locale e neanche un bar. Loro lo descrivono “laboratorio artigianale di pasticceria, caffetteria”. Potrebbe sembrare una bakery, ma non mi piace usare questo termine per un luogo così semplice e familiare.

“Loro” sono 3 ragazzi Giovanni, Diego e Luca, che hanno unito le loro conoscenze di pasticcere, rappresentate e giornalista e hanno realizzato questo angolo sospeso tra dolci, arte, musica e cioccolato. Sono pronti a servirvi facendovi sentire nel bar sotto casa, ed entusiasti nel raccontarvi la genuinità dei loro prodotti.

L’arredamento è semplicissimo ma al tempo stesso ricercatissimo, vecchie cassette della frutta sono diventati mobiletti, semplici vasetti di marmellata rinascono come lampadari. Minima spesa massima resa. In ogni oggetto si respira la passione e il divertimento che hanno messo nella realizzazione del loro progetto.

Il punto forte sono il cioccolato e le torte. Al banco non sai cosa scegliere. Per deformazione professionale mi comprerei tutti i tipi di cioccolato anche solo per il pack. Tutto sa di buono, oltre che ipercalorico. Ma secondo me se mangi qualcosa qui neanche ingrassi..

I panini sono ricercati. Certo potete chiedere il classico pomodoro e mozzarella, ma non saprete cosa vuol dire “gustare”. Potete assaporarvelo in una tavolata con altra gente o su poltrone retrò. Ma occhio all’orario: il tempo sembra non passare mai e l’orologio segna sempre le 4,30!

E’ un punto di incontro anche per dibattiti e dj-set, quindi usciti dal lavoro si può fare un salto nel vostro nuovo salotto.” P.

Pavè – via Felice Casati 27 – 20124 Milano

Homepage


https://www.facebook.com/pavemilano

La Lampara – Monza

“Ieri sono andata a un concerto di amici, per la precisioni dei 2Pigeons (facciamo un po’ di pubblicità sù http://www.youtube.com/watch?v=clrj56uYbOI). Finito il concerto, smontato tutto, l’unico concerto che continuava era quello delle nostre panze.

Era quasi mezzanotte in quel di Monza, ed ero un po’ dubbiosa sul trovare qualcosa di aperto o comunque dove la cucina fosse ancora disponibile per 10 persone. Ma il nostro lume di speranza si è acceso proprio come un faro nella notte. Giusto come il nome del ristorante: La Lampara.
Ristorante proprio dietro al teatro (Binario 7- http://www.teatrobinario7.it).

Forse Monza è un po’ come Brigadoon, compare per un giorno ogni cento anni e non esistono orari.
All’una la gente iniziava a mangiare neanche fossero le veni&trenta, e alle 2 già sembravano le 4..

Mi sarei mangiata il tavolo con tovaglia spalmata, ma ho subito deliziato il stomaco con una super pizza. In realtà ne ho presa una semplicissima, ma la pasta era fantastica. Morbidissima e cotta al punto giusto. 

La gestione è di tipo familiare, molto casalinga. La matrona in realtà non vedeva l’ora di andare a letto, ma la chicca è stata la cameriera che ha azzeccato tutte le pizze senza chiedere di chi fossero. Supermemoria o per associazione di idee le mie solite occhiaie assumevano il colorito delle olive nere della pizza che ho preso..

E’ anche ristorante, e dal via vai di gente credo che ne valga la pena.
Cercate però di azzecare il giorno ogni cento anni.” P.

La Lampara
via Mentana, 29 Monza MI 039/2026547  

http://www.lalamparamonza.it/

Odilla Chocolat – Torino

“Avete presente il film “Chocolat” con Juliette Binoche e Johnny Depp?
Ecco, il nostro film è ambientato non in Francia ma alle porte di Torino.

In questa vietta tranquilla, dove troviamo un lattaio, e un fioraio che profuma tutta la via, entriamo in questo mondo paradisiaco del cioccolato.

Ovunque ti giri c’è cioccolato, in qualsiasi forma, spezia, aroma. Da girare la testa.
Tutto è silenzio, è gusto, è pace. Arredamento in legno, semplice. Ampolle di vetro contenenti il vero sapere del cacao.

La proprietaria è deliziosa, e l’assaggio è garantito per qualsiasi prodotto.
Ogni pezzetto è un viaggio verso nuove sensazioni. Si passa dalla frutta candita ricoperta di cioccolato, alle cioccoamarene, alla torta tipica Odilla (alle nocciole, grano saraceno e frutti di bosco), fino alla bomba new entry: i Godot (ma la pronuncia non accentata rende di più l’idea).
Questa pallina bicolore vi guarda, sembra un cioccolatino normale. Bene.. preparativi per un viaggio.
A “tradimento” il palato si scioglie. La crema alla nocciola vi distende e tutto è più morbido. Il termine più corretto da usare è voluttuoso.

Consiglio per la degustazione: chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare.

Ultima chicca per la vostra bocca è il gelato. Chiamarlo gelato poi è riduttivo.
Top è il gusto fiordilatte (con punte di limone) e, ovviamente il gianduia.

Unica nota negativa: crea dipendenza” P.

http://www.odillachocolat.it
Via Fratelli Carle, 40 – 10128 Torino – 011 504852

Festeggiate il compleanno al Serendib

“Se avete un amico/parente/collega che compie gli anni e le carte Smartbox, Groupon, buono alla Feltrinelli etc. etc. ve le siete già giocate l’anno scorso, provate a portarlo a cena qui. I requisiti fondamentali per beneficiare dell’offerta sono due: dovrete essere almeno in 4 al tavolo e vi deve piacere la cucina ispirata al subcontinente indiano.

Si vince qualche cosa? Sì, il festeggiato potrà abbuffarsi a volontà (e fare abbuffare anche voi, se sarete così furbi da far ordinare quasi tutto a lui) e la cena gliela offre Serendib! Carucci questi indiani…

La prima volta ci verrete in veste di “braccini”, ma poi ci tornerete di sicuro perché i sapori di India e Sri Lanka vi conquisteranno.

Gli antipasti sono quasi tutti polpettiformi e fritti, ma le porzioni sono proprio da assaggio…abbandonatevi senza troppi indugi e iniziate a entrare nell’indian mood.  A questo punto siete pronti per passare ai secondi piatti. Se non conoscete per niente la cucina indiana e cingalese il menu potrà sembrarvi di difficile interpretazione. E non perché scritto in hindi o panjabi.  In realtà districarsi è molto più semplice di quello che si possa pensare. Gli ingredienti base son sempre quelli: pollo, manzo, maiale, agnello, gamberi, calamari, pesce o verdure. Le vere protagoniste di questa tradizione culinaria sono invece le spezie. Un tripudio di cardamomo, cannella, cumino, chiodi di garofano, zafferano, noce moscata, coriandolo, curcuma, zenzero, peperoncino, pepe nero. Il curry, ingiustamente classificato come spezia, è in realtà una combinazione di alcune tra le sopracitate spezie, e qui la fa da padrone in versioni con vari gradi di piccantezza. Ad aggiungere esotismo ci pensano poi salsine a base di latte di cocco, marinature nello  yogurt e salse agrodolci. Non siate diffidenti, tanto il rischio di trovarsi nel piatto animali strani come su una bancarella di Bangkok non c’è. Rilassatevi.

Se siete in vena di mandare le vostre papille gustative a uno speed date con sapori nuovi allora il mio consiglio è di ordinare il menu degustazione. 24 euro (bevande escluse) per fare un giro (ma anche più d’uno, visto che la formula è all you can eat) di tutte le specialità del ristorante + dolce + frutta.  Non penserei troppo al bilancio calorico…lo dicono tutti che le spezie fanno dimagrire! E poi avete mai visto un indiano grasso??? (Buddha non vale) Con questa giustificazione ordino serena anche 3 o 4 bis di tutto!

Non dimenticatevi di assaggiare le specialità di riso basmati. Con le verdure, con le spezie, con la fantasia dello chef…oppure l’Indiappa: corti spaghettini di farina di riso cotti al vapore e con aggiunta di verdure saltate. Per tamponare l’effetto “lingua lavica” di un’ordinazione troppo ardita in termini di piccantezza, tenetevi da parte un po’ di Roti, la piadina indiana cotta sulla piastra. Io la mangerei pure a colazione con la nutella…

Nel bel mezzo della vostra cena si spegneranno le luci, inizierete a sentire uno scampanìo insistente e subito dopo cori stonati intoneranno un improvvisato “tanti auguri a te” , non impanicatevi. Non è il principio di un collasso da indigestione. Capirete che il lume di candela e la vibrazione del batacchio fanno parte della modalità locale per rendere omaggio al festeggiato di turno. Esposto suo malgrado al centro dell’attenzione di tutto il ristorante, raccatterà auguri e applausi anche dai tavoli vicini…oltre a un’intera torta fatta in casa e offerta dai gentili camerieri (quando prenotate, specificate in anticipo che festeggerete un compleanno).  Quando sono andata con 4 amiche per il compleanno di una di noi, la festeggiata, alla vista della torta intera, ha generosamente suggerito di condividerla con i tavoli vicini, realizzando che in 4 sarebbe stato impossibile finirla. Scusa?!? Amica mia, non hai capito chi ti sei portata dietro!!! Lì ho realizzato definitivamente di avere le pareti dello stomaco espandibili come un tendone da circo. Ringrazio Francesca che, cloaca massima come la sottoscritta, mi ha aiutata nel far sparire ogni traccia del dolce prima che l’altruismo di Silvia avesse la meglio!

Voi che celebrate il non-compleanno pagate il conto (onestissimo, 20/25 euro per un menu libero, poco più per la degustazione.) alla cassa, così potrete finire in bellezza con qualche cucchiaiata di pa’an. Questo miscuglio di semi di finocchio, anice, cardamomo, noci e foglie tritate di bretel edulcorato da zuccherini colorati si trova in ciotoline argentate vicino all’uscita e viene servito a fine pasto per digerire e rinfrescare l’alito.  Ne avrete bisogno, le spezie sono tanto buone quanto subdole e ve ne accorgerete anche il giorno dopo, in occasione del vostro quotidiano tête-à-tête con il water. Portatevi un estintore, non si sa mai…” L.

 p.s.  Ricordate al festeggiato di portarsi la carta d’identità. Potrà anche non sembrarvi una procedura elegante quella di mostrarla per farsi abbonare la cena, ma in tempo di crisi non mi formalizzerei troppo!

 

SERENDIB _ Via Pontida, 2 _ 20121 MILANO _ Tel. 02 6592139

 

http://www.serendib.it/default.php

Trattoria 13 Gobbi – Firenze

“La toscana è la culla della cultura, dell’arte, di Leonardo e bla bla.. ma soprattutto è dove la pancia trova la massima aspirazione artistica.. Questo posto è fantastico. In zona molto centrale, tipicamente toscano, l’arredamento è caratteristico: tutto in legno, muri pieni di libri, foto, oggettistica di ogni tipo, prosciutti, filoni di aglio, cinghiali imbalsamati. Tutta questa confusione di colori fa venire uno spropositato aumento della salivazione.

Clima molto soft, quasi a lume di candela, tavola apparecchiata semplicemente con tovagliette di carta, servizi di piatti decorati a mano, uno diverso dall’altro, bicchieri bicchierini, oliere, tutto molto colorato, creando allucinazioni cromatiche che quasi ti mangeresti il tappo della bottiglia..

Si parte dagli antipasti con salumi, bruschette di salsiccia, formaggi, insalata di carciofi.
Da provare l’antipasto fai-da-te: pane, non salato, con olio e sale (anche se i toscani ti guardano male). e leccatevi le dita.

Varietà di primi e secondi, dalla ribollita alla classica fiorentina, tagliata, filetto e simili. La carne ovviamente fa da padrona, insieme all’aglio che è la base di qualsiasi piatto. Le porzioni non sono molto abbondanti, ma nessuno si lamenterà di avere ancora fame!

Lo spazio per il dolce, per quanto mi riguarda c’è sempre… Essendo un posto molto caratteristico è frequentato anche da qualche turista (molto pochi in realtà), quindi mi sono ritrovata nel menù la cheescake. Versione toscana. Fantastica. Un up per il gelato firmato Vivoli, che però consiglio di prenderlo direttamente nella gelateria (Via dell’Isola delle Stinche 7r) mentre si fa una pausa tra un museo e l’altro.

Personale abbastanza riservato, per assurdo un po’ poco presente, se non per l’unico cameriere non toscano che veniva dappertutto passando da un dialetto all’altro e che nella vita ha fatto tutto. Compreso portare gli amari gratis. Sotto richiesta da faccia di merda.” P.

 

P. dillo pure…..il cameriere ha rischiato il linciaggio, pesante come la quantità inaudita di cipolla che ha messo nella mia tartare e simpatico come un comico di colorado cafè < = a zero, andava bene per un circolino di anziani SORDI non per un ristorante da 50 euro a cranio amari esclusi. D

Trattoria 13 Gobbi
Via del Porcellana 9R – FIRENZE – Tel.(+39) 055 284015
Apertura: Lun-Dom: 12:30-15:00/19:30-23:00

Giovani, carini e molto occupati i camerieri del Seven di via Gherardini – Milano

“Non fatevi tentare dai “butta dentro” dei numerosi happy hour di Corso Sempione che come sirene cercheranno di deviarvi dal vostro cammino e puntate dritto in via Gherardini.

Troverete un ambientino caldo e avvolgente, arredato con mobili Ikea in perfetto stile Seven. Una spontaneità ben lontana dagli interni di design degli ingessati locali vicini, ma che ricrea quel clima easy che potreste trovare andando a cena dai vostri amici in Erasmus.

L’ultimo arrivato dei ristoranti Seven non ci ha messo molto a farsi conoscere in zona. Purtroppo sono finiti in fretta i bei tempi in cui eravamo quasi gli unici avventori e potevamo permetterci di capitare qui non annunciati, ogni volta che ci prendeva la voglia di rib-eye di brontosauro.

Adesso la prenotazione è vivamente consigliata, il locale è sempre pieno e lo sanno bene i camerieri che sfrecciano operosi da un tavolo all’altro, macinando più chilometri della maratona di New York e caricandosi piatti con porzioni di carne fino a 7 etti, a tutto vantaggio dei loro bicipiti.
Una menzione speciale se la meritano questi camerieri!

Se siete ragazze single e avete meno di 25 anni andateci a buttare un occhio…ve lo dice una vecchia gallina. Tutti giovani (anche Mattia _ quello che sembra essere il responsabile del ristorante _ sembra appena reduce dall’esame di maturità), tutti carini (una mia amica è ospite fissa almeno 2 volte la settimana solo x lustrarsi gli occhi…prima o poi spero anche che passi all’attacco) e tutti supercortesi…chi l’ha detto che le nuove generazioni sono maleducate e irrispettose?!? Sono tra i pochi under 25 che mi danno ancora del “tu”…se questa non è attenzione e cura verso il prossimo!!
Giovani o attempati che siate, veniteci solo se siete “carnali”. Ossia se la carne vi dà godimento fisico. Forse qualche stuzzicafame di altra natura lo potrete anche trovare, ma cosa ci si stuzzica a fare se poi non si può passare ai discorsi seri, scegliendo tra controfiletto d’angus (dagli allevamenti al pascolo di argentina e brasile), Ribeye, costata argentina senza osso da 500 g., hamburger di ogni tipo (provate quello in gabbia, con fontina, pancetta e cipolle caramellate), salsiccia di Norcia, costolette d’agnello della Nuova Zelanda?? E se questo non vi bastasse, date una sbirciata alla lavagna dove ogni giorno vengono proposti dei tagli di carne freschissimi. L’ultima volta qualcuno al mio tavolo (non dirò chi ma non sono io, lo giuro) s’è preso una costata da 680 g.!!!
Per quelli che hanno la mandibola fighetta e non si vogliono mettere alla prova nello spolpamento di bistecche grosse come quelle dei Flinstones, ci sono anche le tartare (ottima la Mediterranea, con pomodori secchi nell’impasto), il galletto schiacciato con limone e aromi, il chicken couscous e anche una serie di ricche insalate.
Le patate al forno che accompagnano i piatti creano dipendenza, sarà per la spolverata di paprika dolce e la croccantezza perfetta? Sappiatemi dire.

La voglia di dessert a fine pasto è inversamente proporzionale all’estensione metro-cubica della bistecca che vi siete appena scofanati.

Quindi se arriverete a chiedere il menu dei dolci, diciamocelo, siete dei carnivori dilettanti. Oppure siete come me, dei pozzi senza fondo! Vi sono vicina, non si guarisce.
Cheesecake, sbrisolona con crema allo zabaione, tortino al cioccolato con cuore caldo, cannoli siciliani, torta pere cioccolato, solo per citarne qualcuno. Gelati e sorbetti per dare tregua alla mascella affaticata.

Una curiosità. Ogni tavolo ha un cassettino dove potrete lasciare messaggi non censurati usando la carta delle tovagliette. Ogni tanto curiosando si trova qualche perla di saggezza divertente.

Prezzo. In media, prendendo un piatto di carne, bottiglia di vino, dolce, acqua e caffè siamo sui 35 euro, dipende molto se vi accontentate di una bistecca di 300 g. o se volete esagerare con una da 600 e più.
Tutta carne fresca quella del Seven di Gherardini. A partire da chi vi servirà al tavolo ;)” L.

Seven _ Via gherardini, 1 _ MILANO _ Tel. 02 34592908 (chiuso domenica)

http://www.sevengroup.it/seven/dove.htm

Dim Sum al Ta-Hua – Milano

“Premetto che amo i ristoranti etnici. Premetto che vivo in zona Paolo Sarpi e di cinesi e giapponesi tarocchi ne ho fin sopra le orecchie. Dove ripiegare allora per una cena dai sapori orientali ma in un ambiente che non ricordi una mensa del Guandong? La risposta sta all’ombra del Pirellone, in un ristorante dall’ambiente very orient-milanized ma non troppo chic e sborone, che si chiama Ta-Hua. Almeno stavolta potrò gustarmi la cena senza dovermi sorbire le nenie del Nino D’Angelo di Maoming, circondata da quadri ologrammati di landscape cinesi di dubbio gusto! Anche l’occhio vuole la sua parte, oltre allo stomaco ovviamente!

A proposito di occhio. Molti al solo pensiero dei gironi infernali che si possono nascondere nelle cucine di un ristorante cinese si fanno venire tutto l’alfabeto delle Epatiti! Qui non si nasconde niente, gli indaffaratissimi cuochi stile Marrabbio di kiss-me-licia cucinano in vetrina. L’effetto è un pò quello dell’acquario, con questi poveretti che spadellano dietro un vetro mentre noi comodi e infighettati ci godiamo la nostra cena. Però persino mia mamma, che passava col dito sui mobili per controllare che avessi pulito bene la mia stanza, promuoverebbe l’igiene di queste cucine senza rompere troppo i maroni!

Veniamo alla parte divertente, ovvero il menu! Ah, io sono quella che mangia tanto, quindi posso dire di aver provato quasi tutto! L’offerta è molto varia e spazia dai classici Dim Sum ( i piatti tradizionali del sud della cina, molto sani, gustosi e destinati ad essere condivisi tra i vari commensali) alle specialità thai e vietnamite. Portateci chi volete…carnivori, vegetariani, celiaci, amanti del piccante che ti polverizza la lingua…troveranno tutti il loro piatto! Ecco, se state uscendo con Miss Crudité che mangia solo sedano e bacche goji non portatela qui. Questo locale è fatto per ordinare tanti piatti e attingere da quelli dei vostri vicini. Con quella vi ritrovereste a spiluccare le sue foglie d’insalata e la sua sogliola bollita!

Qualche esempio/suggerimento? Come antipasto assaggiate Gli involtini mu-shi, sono la versione leggera degli involtini primavera: crepe di farina di riso con ripieno di verdure croccanti il tutto cotto al vapore. Io inizio sempre così per darmi l’illusione di non compromettere troppo la linea…prima di ordinare la successiva dozzina di portate!!! Vi sembra troppo light? Allora non avete che da scegliere tra involtini thai, vietnamiti, wanton, crocchette varie, ravioli al vapore o alla griglia e se non vi bastasse il triangolo del gusto cina/vietnam/thailandia c’è pure la piadina indiana. Tiè.

Se gli antipasti non vi soddisfano, date un occhio alle zuppe (ce n’è una decina) oppure buttatevi su riso o noodles. Amanti del Pad Thai, sì c’è anche quello!

Come secondo non mi sono mai soffermata sulle proposte di pesce…mi sembravano troppo poco competitive rispetto ai ben più gustosi piatti di carne e verdure. Il pollo al limone ha una croccante e dorata panatura (dio mio cos’ho appena detto?!? si vede che lavoro in pubblicità)…semplicemente divino! Fidatevi, provate il Crispy di manzo al sesamo, garantisco io. E se non vi dovesse piacere…beh chiamatemi che vengo a finirvelo! Se, come me, siete dei cultori del connubio dolce/salato non avete che da tirare a sorte: Pollo o vitello all’ananas, pollo ai 3 aromi, Puntine in agrodolce…il consiglio è: se siete in tanti prendete tutti cose diverse e lasciate che i vostri arti armati di bacchette e/o forchette s’incrocino selvaggiamente come in una partita a Twister. Alcuni tavoli rotondi hanno la parte centrale rotante proprio per agevolare la condivisione!

Accompagnare il tutto con contorni sani si può. Del resto gli orientali ci sanno fare eccome con la verduranza! Il piatto del Buddha è un ottimo stufato di verdure miste e, tranquilli, non vi farà venire il suo stesso girovita. Non si può dire lo stesso della tempura di verdura, ma niente che non si possa smaltire con un’oretta di tapis roulant. Le melanzane stile Sichuan sono le mie preferite. Una succulenta caponatina di melanzane con carne trita…tradisco l’originale siciliana della mia “suocerina” solo con questa! Nemmeno il mio apparato digerente se le scorda facilmente comunque!

Se siete arrivati fino a questo punto e non siete ancora rotolati giù dal tavolo (io non mi farei scoraggiare nemmeno da questa eventualità) vuol dire che siete pronti per il prossimo livello. I dolci. Gelato fritto, Palline di riso al sesamo con arachidi, Panino dolce al vapore con crema di loto, dolce orientale fritto alla zucca e tanto altro ancora. Se avete bisogno di incentivi fatevi portare il vassoio dei mokeup (esempi congelati dei vari dolci proposti) da visionare per convincervi che, in fondo, ancora uno spazietto libero ce l’avete.

Prezzo. L’ultima volta eravamo in 6, una media di 3/4 portate a testa (porzioni generose, da dividere), acqua, birra, caffè e dolci, 27 euro a testa. Anche il prezzo è fusion!

Che dire? Milano – Hong Kong in 1 ora? TAAAAAAAAAC!!!” L.

Ta Hua _ Via Gustavo Fara, 15 _ Milano

Tel. +39.02.66.98.70.42

Osteria 4 leoni – Castellazzo di Bollate (Milano)

“Immaginatevi di uscire da Milano, entrare in un bosco, vie costeggiate da campi di grano, finire in strade sterrate e trovarvi una sorta di cascinale. Entrate, e siete in un film di Castellano e Pipolo. Arredamento tema “bisbetico domato” con Celentano, gente con paltò color cammello, piano bar con musiche anni ’70 e con cantanti di 70 anni. No, non è un sogno e non stanno neanche girando un film.. è il regno di Pietro (o Piero, o Paolo, mica si è capito come si chiamasse), il signore con il colbacco dall’aria da brigante. Nell’ombra della sua tesa riceve, sorride, intrattiene la gente, canta (come nei peggior bar Genovesi con tanto di sigaretta e luce soffuse). Sempre insieme al suo cane che lo segue ovunque. Che a sua volta è seguito dal suo guinzaglio che si trascina dietro.
E ovviamente i briganti mangiano bene… Antipasto di salumi, 2 primi, grigliata di carne con patatine, vino, acqua e amari a volontà, caffè. 25 euro.
Sì, forse è proprio un sogno, ma da Oscar.. o meglio, da Pietro (o Piero, o Paolo…)” P.

OSTERIA DEI 4 LEONI – vera cucina tipica lombarda
via Privata Groane – Castellazzo di Bollate – 02 33301930
http://www.osteriaquattroleoni.com/lenostrespeciali/index.html

La rava e la fava – Milano

“Premetto subito che sono andata col buono groupon.
Ho preso al volo il buono perchè è una vita che volevo andare in questo posto dalla cucina piemontese, e l’offerta non poteva rimanere sul web e non nella mia pancia…

Dal coupon praticamente ci avrebbero messo all’ingrasso.. e così è stato. All’inizio ero un po’ scettica, perchè ci venivano portati dei piattini mignon con tipo 1 polpettina di fava a testa, una fettina di salame a testa, 2 pezzettini di formaggio e così via.. ma 1 + 1 + 1 + 1 + 1 +1 inizia ad arrivare la sazietà.

Ma mica è finita, perchè il piatto principale era polenta con brasato di fassone. Formato XL. Con tanto di gestore che ci ricorda che è in formula all you can eat.
Stavo per svenire.. vedevo questo bovino annegato nella salsa che mi parlava. Vino e acqua a volontà. Barbera del Monferrato piuttosto fortino, tanto che penso di aver iniziato a parlare piemontese..
Il posto è davvero piccolo, quindi conviene prenotare. Sembra di essere in una baita in montagna, tutto in legno verde.
Anche la clientela è abbastanza demodè, ma vale come la regole del “dove vanno a mangiare i camionisti si mangia bene”.

Al contrario è supermoderna la musica, radio sintonizzata su una frequenza rock; il che rende il tutto una sorta di circolino. Amari tipici, ti fanno uscire dal locale (oltre che rotolando) citando Carducci “Su le dentate scintillanti vette, salta il camoscio, tuona la valanga da’ ghiacci immani rotolando per le selve scroscianti; ma da i silenzi de l’effuso azzurro esce nel sole l’aquila, e distende in tarde ruote digradanti il nero volo solenne. Salve, Piemonte!” P.

LA RAVA E LA FAVA
Via Principe Eugenio, 28  20155 Milano – 02 33602175

Gemelli Diversi – Ristorante pizzeria – Milano

“Questo posto lo tengo sempre in considerazione quando si è in tanti, non si vuole spendere molto e si è predisposti al termine “alla buona”.
Riesce sempre ad accontentare tutti.

La pizza è molto buona, il calzone è misura xl, il pesce ottimo. Buona anche la carne.
I primi, specie quelli di pesce, sono stra-abbondanti, con obbligo di scarpetta, da essere sazi e passare direttamente ai dolci, che però per lo più sono confezionati. Ma ritengo davvero difficile arrivare al dessert e detto da me che sono un’amante dei dolci posso far capire la portata dei piatti.

Il posto è molto grande ed è arredato tipo harem kitsch, è sempre pienissimo, quindi conviene prenotare.
Il personale è per l’appunto arabo e a volte non ci si capisce ma sono comunque sempre disponibili.
Essendo sempre pieno c’è sempre molto baccano, quindi non si parla ma si urla anche con la persona che abbiamo accanto.
Si festeggiano molti compleanni o ricorrenze, quindi ogni due per tre si spengono le luci e inizia la terronata (non mi odino i meridionali) della musica alta da discoteca con arrivo di torta con razzetto acceso.
Dopo 6 volte sinceramente ha rotto i coglioni… Il giro di amari è assicurato se però lo si chiede…

Importante chiedere lo scontrino. Fiscale.” P.

Gemelli diversi – Via Pisanello, 10 – 20148 – Milano (MI)

al MASSIMO del gelato – Milano

“gente che dire….per chi di voi è di milano o ha la fortuna…come me 😀 di vivere in zona sempione non può non andare a mangiare il gelato da massimo….10 sono solo i tipi di cioccolato, si passa dal gianduia al gelato azteco a vari livelli di piccantezza fino al gelato con scaglie d’oro…(ragazzi dopo tutto siamo a milano e pure i gelatai devono tenere il passo con il caro affitti) cmq…

non posso dare una votazione a tutte le varietà di cioccolato perche sono tossica di gianduia e quindi spesso (sempre) prendo quello ma posso dirvi una cosa….DOVETE ASSOLUTAMENTE ASSAGGIARE IL GUSTO PISTACCHIO SICILIANO, ragazzi è salato….è una bombaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa..da non credere!!!!

l’altro mio gusto preferito è mango ma il prossimo che entrerà nel mio stomaco sarà crema…ehm..crema..(oddio non mi ricordo più il nome) va beh cmq per intenderci crema aromatizzata al limone!

ci sono aimè 3 pecche, la prima che con l’arrivo della bella stagione massimo è preso d’assalto come il banco salumi dell’esselunga alla vigilia di natale per cui ti devi prendere il tuo bel numerino e pazientare, la seconda è che essendo a milano ed essendo buono non è proprio a buon mercato, 3 la sciura alla cassa è simpatica e cortese come una caduta in costume da bagno dentro un campo di ortiche!!!!!

ma ne vale assolutamente la pena e lo possono testimoniare le mie amiche beatrice e martina che ieri hanno iniziato mangiandolo dal bicchiere e hanno finito x leccare anche il polistirolo della vaschetta…COOL 😉 “D

IL MASSIMO DEL GELATO:
Via Castelvetro 18, tel 023494943. (è una traversina di Piero della Francesca…zona Corso Sempione)
Orari: 12-24, chiusa lunedì.

Sciuscià – Antichi sapori partenopei – Milano

“Consiglio la prenotazione, i posto sono davvero pochi e ne vale davvero la pena. Buon rapporto qualità prezzo. Si va dalla pizza a piatti tipici napoletani. Gli antipasti sono delle vere chicche che ti fanno pensare di aver trovato il tuo posto nel mondo… La pizza è 10 piani di morbidezza, la vera sfida è finirla. L’alternativa sono dei rotoloni fatti sempre con la pasta di pizza con all’interno l’impossibile, serviti su un letto di rucola e parmigiano. Se vi chiamate Laura potete superare la tredicesima fatica, finire il piatto (finire anche il mio..) e dichiararvi medaglia d’oro di stomacosenzafine. I piatti di pesce sono cromaticamente perfetti, figuratevi il sapore. I dolci sono la conferma che in questo posto di certo ci torno. Il personale è alla mano, piuttosto giovane e incredulo su quanto 3 donne (in particolare una) possano mangiare.. Importante: chiedere lo scontrino.” P.

“ciao io sono quella che parla tanto…ma solo perchè lavorando in uno store di abbigliamento vengo tartassata da domande e richieste assurde…a pensarci bene forse dovrei aprire un blog anche su quello…cmq..P si è dimenticata di dirvi una cosa fondamentale ossia che dopo esserci scofanate: – 4 ciurill (mi perdonino i partenopei se l’ho scritto male ma io sono piemontese)
– una pizza con crema di carciofi, mozzarella fior di latte, carciofini e prosciutto di parma
– una pizza con bufala pomodorini e olive
– il rotolone (e one nn è abbastanza x descrivere il volume) ricolmo di ogni ben di dio
-2 bott d’acqua una coca cola light..di laura e ci tengo a precisarlo..perche si scofana i nostri avanzi ma poi beve la coca light
– una birra O_o
– 3 limoncini
– pastiera napoletana
CONTO TOTALE :48 EURiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii….
16 euro a testa…che è la stessa somma per un panino semi vuoto e una bibita in un bar del centro.
RISTORANTE SCIUSCIà…ci tornerò decisamente.” D

Sciuscià – Via Procaccini 73, 20154 Milano – tel 0234537866

Cooperativa La Liberazione – Milano

“Ambiente più che casalingo / familiare: si respira la storia di quei semplici partigiani che l’hanno fondata nel ’45, (ma la politica rimane fuori sul marciapiede). Sembra infatti di mangiare nel proprio soggiorno, arredamento semplicissimo ma molto intimo.

Pochi posti a sedere, con clientela molto semplice e alla mano (non mi stupirei se venissero uniti i tavoli per condividere una chiaccherata).

Piatto principale è la carne. Cucinata esattamente come la cucinerebbe vostra nonna. Porzioni ricche, buona qualità senza troppe pretese.
Se riuscite, ardua impresa, cercate di lasciare un posticino per il dolce perchè merita, se siete fortunati però, perchè vanno a ruba e sono limitati!

Unico neo il vino.. non prendete quello della casa.
Non essendo solo ristorante, ci potete passare anche il dopocena. E solo dopo che uscite vi ricordate di essere in una metropoli” P.

Cooperativa La Liberazione Via Lomellina, 14 – 20133 Milano – 0270123341